La prostatite batterica rappresenta la terza malattia del tratto urinario più comunemente riscontrata negli uomini dopo il cancro alla prostata e l’iperplasia prostatica benigna (IPB).
Tuttavia, contrariamente a queste due patologie, che sono prevalentemente malattie degli uomini anziani, la prostatite colpisce uomini di tutte le età, con un impatto particolarmente elevato sulla fascia di mezza età.
In studi più recenti, è stato dimostrato che l’incidenza della prostatite varia dal 3 al 16% in Europa, Nord America e Asia. Di questi casi, la metà è caratterizzata da episodi ripetuti.
Questi dati evidenziano che la prostatite è un importante problema di salute a livello globale e proprio per questo motivo la patologia è diventata oggetto di studio da parte dei laboratori di Ricerca e Sviluppo di Biofarma Group, che hanno osservato, nello specifico, gli effetti antinfiammatori di un nutraceutico sui soggetti affetti da questa patologia.
La prostatite batterica (BP) è un’infezione acuta della ghiandola prostatica che causa sintomi del tratto urinario e dolore pelvico.
In base alla durata dei sintomi, la patologia può essere classificata in prostatite batterica acuta o cronica. La BP acuta è definita come un’infezione delle vie urinarie (UTI) con coinvolgimento prostatico. La BP cronica è definita invece come una condizione di UTI ricorrenti, caratterizzata dalla presenza dello stesso organismo batterico nelle secrezioni prostatiche durante i periodi asintomatici e da una persistenza dei sintomi per più di 3 mesi.
La patologia è comunemente causata da batteri Gram-negativi come l’Escherichia coli uropatogeno (UPEC), ma è stata segnalata una prevalenza emergente anche di batteri Gram-positivi, atipici e anaerobi (Mazzoli S, 2007) (Nickel JC, 2008). In particolare, gli UPEC attraverso l’espressione di molteplici fattori di virulenza, come fimbrie, lipopolisaccaridi e tossine, possono innescare una serie di risposte infiammatorie dell’ospite.
I sintomi della prostatite sono:
difficoltà, dolore o bruciore durante la minzione
necessità di urinare frequentemente e con urgenza, soprattutto di notte
dolore all’inguine, alla parte bassa della schiena, all’addome, al pene o ai testicoli
dolore durante l’eiaculazione
eiaculazione precoce.
In caso di prostatite acuta i sintomi possono prevedere anche febbre alta, brividi e nausea, mentre i sintomi della prostatite cronica includono presenza di sangue nelle urine e nel liquido seminale e frequenti infezioni della vescica.
La cura della prostatite batterica prevede il completamento di un ciclo sufficiente di antibiotici appropriati. Nello specifico, l’agente utilizzato deve avere una sensibilità dimostrata contro l’organismo infettante e deve penetrare nella prostata, caratteristica fondamentale da tenere in considerazione per la selezione dei farmaci.
Senza evidenza di malattia sistemica o ritenzione urinaria, un antibiotico orale per 2-4 settimane è generalmente sufficiente in caso di prostatite acuta, mentre in caso di prostatite cronica, sono richiesti cicli multipli di antibiotici, assunti per diverse settimane (in genere almeno 2-4 settimane, con un massimo di 6).
Nei casi più gravi, potrebbe risultare necessaria l’assunzione di antibiotici per via endovenosa e spesso si rende necessario l’intervento chirurgico.
In questo scenario gli integratori alimentari possono giocare un importante ruolo grazie al loro effetto adiuvante, ovvero alla capacità di offrire un ulteriore sollievo ai pazienti che già utilizzano il trattamento convenzionale.
I nutraceutici sono definiti come alimenti o ingredienti alimentari in grado di prevenire e trattare le malattie attraverso l’azione degli integratori alimentari che li compongono, che possono essere proteine, vitamine, minerali o composti derivati da fonti naturali.
Attraverso numerosi studi ne è stato dimostrato un contributo nel ritardo, nella prevenzione e nel trattamento delle malattie infiammatorie croniche e proprio per questo l’interesse e l’uso di queste terapie complementari risultano sempre più elevati nel caso delle malattie della prostata.
Infatti, è evidente che, nel caso della prostatite batterica, l’infiammazione può favorire la progressione dell’iperplasia prostatica benigna e lo sviluppo del cancro alla prostata e quindi i nutraceutici, che hanno comunemente proprietà antinfiammatorie, possono svolgere un ruolo significativo e pertanto rappresentare enormi opportunità nell’ambito della prevenzione e del contrasto della patologia prostatica.
Sulla base di queste evidenze, i laboratori di Ricerca e Sviluppo del gruppo Biofarma hanno sviluppato un nutraceutico con tecnologia multistrato, che combina uno specifico probiotico con principi attivi funzionali nel target della prostatite.
Nello specifico, attraverso un test in vitro, pubblicato sulla rivista internazionale di studi scientifici “Life”, è stata testata l’efficacia antinfiammatoria di una formulazione composta da estratto di zucca, bromelina e dal ceppo probiotico L. rhamnosus.
L’estratto di zucca è stato selezionato come componente in quanto ha una nota azione antinfiammatoria ed è in grado di inibire l’iperplasia della prostata indotta dal testosterone, oltre a generare un’attività rilassante sulla muscolatura della vescica, legata all’attivazione dell’ossido nitrico, con riduzione della frequenza di minzione e aumento della capacità vescicale.
La bromelina, invece, viene impiegata per il trattamento efficiente di molti disturbi legati all’infiammazione: dall’osteoartrite alle malattie infiammatorie dell’intestino, fino all’infiammazione legata al cancro. Questa componente esercita infatti proprietà analgesiche e antinfiammatorie grazie alla sua capacità di influenzare la sintesi delle prostaglandine ed è inoltre associata a un’attività antibatterica legata all’inibizione dell’adesione dei batteri alle membrane mucose e a un effetto sinergico con gli antibiotici.
L’uso di probiotici come L. rhamnosus è invece una buona alternativa per il trattamento e la prevenzione delle infezioni delle vie urinarie attraverso diversi meccanismi, tra cui l’attaccamento alle cellule uroepiteliali e l’attività antimicrobica diretta. Inoltre, L. rhamnosus ha la capacità di inibire efficacemente E. coli e altri patogeni responsabili della prostatite batterica, oltre ad avere un’efficacia nell’attenuare l’infiammazione indotta a livello dell’epitelio prostatico e combattere la disbiosi.
Questo ceppo probiotico agisce anche a livello di prevenzione: il lattobacillo si trova infatti comunemente nella cavità orale, nel tratto gastrointestinale e nel tratto genitourinario e una riduzione di queste componenti è stata associata ad un aumento del rischio di infezioni proprio del tratto urinario. Un’integrazione di probiotici rappresenta quindi un’importante alleato per la prevenzione di queste infezioni.
Per svolgere queste funzioni, i probiotici devono arrivare vivi nel tratto intestinale, in modo da colonizzarlo e moltiplicarsi. Per mantenerli in vita, oltre a garantirne qualità e quantità, viene utilizzata una tecnologia multistrato, che da un lato li protegge e dall’altro permette di utilizzarli in combinazione con altre sostanze, considerate pericolose per la vitalità dei probiotici.
Ciò consente di ottenere, con un’unica compressa, i benefici sia del probiotico sia delle altre molecole attive somministrate. Infatti, nella formulazione della tecnologia, il probiotico è inserito nel secondo strato, fisicamente separato dagli altri principi attivi disposti nelle altre sezioni. In questo modo i fermenti non entrano in pieno contatto con tutte quelle molecole che potrebbero compromettere la loro conservabilità attraverso l’azione di particolari fitocomplessi, molecole acide o molecole d’acqua.
Un altro vantaggio della tecnologia a tre strati è che consente il rilascio differenziato delle molecole attive che compongono la compressa nei vari distretti digestivi.
L’Efficacia del prodotto nutraceutico composto da estratto di zucca, bromelina e dal ceppo probiotico L. rhamnosus è stata testata su un modello di infiammazione batterica dell’epitelio prostatico in vitro, i cui risultati hanno evidenziato il potenziale beneficio della formulazione testata nel trattamento della prostatite batterica.
In particolare, i principi attivi presenti nella formulazione mirano alle citochine chiave rilasciate dai macrofagi attivati dal patogeno e riducono la successiva risposta infiammatoria delle cellule prostatiche.
Questo risultato è degno di nota poiché le citochine prodotte dalle cellule immunitarie innate rappresentano un bersaglio interessante per l’intervento terapeutico contro diverse neoplasie infiammatorie; pertanto, la formulazione testata potrebbe rappresentare un utile strumento terapeutico per affrontare la prostatite batterica che è spesso associata all’insorgenza e alla progressione del cancro alla prostata.
A cura di:
Arianna Vanelli: R&D Manager
Stefania Murzilli: Scientific Specialist
Stefania Murzilli, Vincenzo Mirone, Marta Micheletto, Erik Tedesco, Giovanni Di Maira, Federico Benetti, Arianna Vanelli, “Evaluation of the Immunomodulatory Effects of a Probiotics and Natural Extract-Based Formulation in Bacterial-Induced Prostatitis”, Life (Basel) 2023 Jan 31;13(2):389. doi: 10.3390/life13020389;
Farhan Ullah Khan, Awais Ullah Ihsan, Hidayat Ullah Khan, Ruby Jana, Junaid Wazir, Puregmaa Khongorzul, Muhammad Waqar, Xiaohui Zhou, “Comprehensive overview of prostatitis”, Biomedicine & Pharmacotherapy, volume 94, October 2017, Pages 1064-1076
Mazzoli S., “Conventional bacteriology in prostatitis patients: Microbiological bias, problems and epidemiology” on 1686 microbial isolates. Ital. Urol. Androl.2007, 79, 71–75
Nickel, J.C.; Roehrborn, C.G.; O’Leary, M.P.; Bostwick, D.G.; Somerville, M.C.; Rittmaster, R.S. The Relationship between Prostate Inflammation and Lower Urinary Tract Symptoms: Examination of Baseline Data from the REDUCE Trial. Urol.2008, 54, 1379–1384.