Le malattie cardiovascolari e cerebrovascolari rappresentano la prima causa di mortalità a livello globale, causando ogni anno oltre 17,9 milioni di decessi. A tal proposito l’Italia non fa eccezione: secondo dati Istat, infatti, nel 2018 tali disturbi hanno causato 232.000 decessi, il 29% dei quali attribuibile alle malattie ischemiche del cuore e il 26% alle malattie cerebrovascolari, in primis l’ictus.
Queste malattie rappresentano anche la causa più frequente di ricovero ospedaliero in Italia, pari a quasi 900.000 ricoveri in regime ordinario (14,3% del totale). Tra le cause più frequenti figurano lo scompenso cardiaco (168.000 ricoveri), seguito dall’angioplastica coronarica percutanea (134.000 ricoveri) e dall’infarto miocardico acuto (130.000 ricoveri).
Tale condizione è inoltre peggiorata con la recente pandemia da Covid-19: molti studi hanno infatti dimostrato che la contrazione del virus non solo può acuire i problemi cardiocircolatori e cerebrovascolari esistenti, ma può anche creare complicanze acute di tipo infiammatorio, aritmico e trombotico. La probabilità di decesso per un paziente con pregresse malattie cardiovascolari nel caso di infezione da COVID-19 è più che doppia rispetto a chi non presenta alcuna problematica cardiovascolare. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, dall’analisi di 45.557 cartelle cliniche di persone positive decedute è emerso che tra le patologie preesistenti più frequenti nei pazienti deceduti figurano il diabete, la cardiopatia ischemica, l’ictus, l’ipertensione, la fibrillazione atriale, lo scompenso cardiaco e l’obesità.
I dati riportati delineano un quadro grave che vede milioni di persone in tutto il mondo che necessitano di validi supporti per affrontare sintomi e conseguenze di queste gravi patologie.
Innanzitutto, è importante chiarire precisamente quali sono le malattie cardiovascolari e quali le loro caratteristiche. Esse sono definite come un gruppo di patologie che colpiscono il cuore e i vasi sanguigni (arterie e vene). Tali disturbi possono essere congeniti, se presenti dalla nascita, o acquisiti, se insorgono successivamente. Fra le malattie dell’apparato cardiovascolare più diffuse rientrano: aterosclerosi, coronaropatia, cardiopatia ischemica, ictus, angina pectoris, aneurisma aortico, insufficienza cardiaca, cardiopatia ischemica cronica e ipertensiva.
I fattori di rischio cardiovascolari sono numerosi e diversi e la loro individuazione è molto importante perché rappresenta un punto di partenza per la valutazione del rischio del singolo individuo. Questi si dividono in fattori di rischio non modificabili e modificabili. Fra i primi troviamo fattori genetici, il genere (fino alla menopausa, infatti, le donne presentano un minor rischio cardiovascolare rispetto agli uomini), l’età avanzata e infine l’etnia, che comporta fattori genetici e ambientali che condizionano una diversa suscettibilità ai diversi fattori di rischio.
Fra le cause potenziali modificabili, invece, troviamo elementi che rientrano nello stile di vita come una scorretta alimentazione, sedentarietà, eccessivo consumo di bevande alcoliche, tabagismo, utilizzo di droghe e fattori climatici e inquinamento atmosferico; ma anche determinate condizioni e patologie come sovrappeso e obesità, diabete mellito, iperuricemia, ipertensione arteriosa e altre.
Nessun sintomo, di per sé, indica con certezza un disturbo cardiaco; tuttavia, alcuni ne suggeriscono la possibile presenza soprattutto nel caso di una concomitanza di indici di rischio cardiovascolare. In particolare, i problemi cardiocircolatori sono spesso associati a respiro affannoso, palpitazioni (percezione di battiti lenti, veloci o irregolari), affaticamento e in alcuni casi anche dolore toracico.
Se da un lato l’elevata incidenza di queste malattie persiste, dall’altro sono stati fatti importanti miglioramenti nell’efficacia delle misure preventive, terapeutiche, assistenziali e riabilitative di queste patologie e dei correlati fattori di rischio. Da questo punto di vista un ruolo fondamentale è giocato anche dai prodotti nutraceutici che possono supportare le terapie di prevenzione e cura delle patologie cardiovascolari: è il caso di CreaRibo, una formulazione sviluppata dai laboratori di ricerca e sviluppo di Biofarma Group.
CreaRibo è un’innovativa soluzione nutraceutica formulata per bilanciare i fabbisogni bioenergetici supportando le funzioni cardiovascolari e respiratorie e migliorando le condizioni generali di vita di pazienti con problemi cardiocircolatori. Più nello specifico, il target a cui è destinato il prodotto comprende soggetti anziani, persone con funzione cardiaca compromessa, con disturbi respiratori, pazienti sottoposti a interventi di cardiochirurgia, ma anche più in generale persone attive e atleti.
Le principali componenti del nutraceutico sono: D-ribosio, creatina monoidrato e vitamine B1 e B6. Il ribosio è uno zucchero semplice presente naturalmente in tutte le cellule viventi e il cui ruolo principale è quello di iniziare il processo metabolico per la produzione dell’adenosina trifosfato o ATP. Il D-Ribosio, invece, agisce in sinergia con la creatina e ne potenzia i benefici. Queste funzioni sono particolarmente importanti in quanto alle patologie cardiovascolari è spesso associata una rapida deplezione di ATP, con conseguente compromissione della funzione cardiaca. Infine, le vitamine B1 e B6 contribuiscono al normale metabolismo energetico, alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento e al regolare funzionamento del muscolo cardiaco.
L’efficacia della formulazione nutraceutica è supportata da un solido background scientifico che comprende una serie di trial pre-clinici e clinici.
Nella prima fase (trial pre-clinici) sia il primo che il secondo studio hanno osservato l’effetto positivo di un utilizzo combinato di creatina e D-Ribosio nel contrastare patologie cardiovascolari e respiratorie come, ad esempio, l’ipertensione ventricolare e polmonare: infatti, in base ai risultati, la somministrazione contemporanea di questi elementi conferisce un’efficacia maggiore rispetto alla loro somministrazione separata.
La seconda fase (clinica) è servita a testare l’efficacia del nutraceutico CreaRibo sulle persone.
In un primo studio, ne sono stati osservati gli effetti su un gruppo di 30 pazienti con insufficienza cardiaca cronica (clinicamente stabile); i risultati hanno rivelato che la soluzione elaborata da Biofarma Group aumenta la resistenza fisica, migliora la qualità della vita dei pazienti in termini di mobilità, riduzione del disagio e della depressione, senza effetti collaterali e fornendo ottimi risultati anche in concomitanza di una terapia farmacologica standard.
In un successivo studio, si è dimostrato che CreaRibo, dopo sei mesi di trattamento su una popolazione di 42 soggetti affetti da sindrome coronarica acuta, ha apportato un significativo miglioramento delle prestazioni cardiovascolari e della richiesta di ossigeno da parte del miocardio e ha inoltre aumentato l’indice cronotropo (misura della risposta della frequenza cardiaca associata al rischio cardiovascolare).
In generale, l’integratore alimentare è risultato ben tollerato e sicuro, non essendosi verificato alcun effetto collaterale durante l’intero studio.
Da questo solido background scientifico emerge quindi un prodotto nutraceutico con un eccellente profilo di sicurezza che, grazie alla sua importante efficacia, costituisce una potenziale terapia adiuvante in caso di diversi disturbi come insufficienza cardiaca congestizia, fibromialgia (FMS), stanchezza cronica (CFS) broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), nonché in fasi post ischemia miocardica e post chirurgia cardiaca. La forma farmaceutica scelta è quella del prodotto in polvere e il trattamento consigliato è l’assunzione di una bustina al giorno sciolta in un bicchiere d’acqua.
CreaRibo si presenta quindi come un integratore fortemente innovativo, una composizione sinergica per il recupero e la riduzione del danno ischemico lieve, la cui unicità è dimostrata anche dalla concessione di brevetto ottenuta in Italia e in fase di approvazione a livello europeo.
A cura di:
Arianna Vanelli: R&D Manager
Stefania Murzilli: Scientific Specialist
Alleanza Italiana per le malattie cardio-cerebrovascolari, “Prevenzione delle malattie cardiovascolari lungo il corso della vita”, 2021
The European House – Ambrosetti S.p.A , “NON SOLO COVID-19 – Dare priorità alle patologie cardio-cerebrovascolari”, 2020
Caretti, P. Bianciardi, G. Sala, C. Terruzzi, F. Lucchina, M. Samaja, “Supplementation of creatine and ribose prevents apoptosis in ischemic cardiomyocytes”, Cell Physiol Biochem, 2010
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“CreaRibo observational trial (COT): real-life study in patients with chronic heart failure suffering asthenia”, Pharmanutrition and Functional Foods Anno I, Estratto del N. 4 – 2016 ISSN 2499-7196
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