536,6 milioni è il numero di persone nel mondo che, secondo l’International Diabetes Federation (IDF), nel 2021 sono risultate affette da diabete. Gli stessi dati hanno rivelato che le morti attribuibili al diabete nel mondo, nello stesso anno, tra soggetti di età compresa fra 20 e 79 anni, sono state 6,7 milioni, il 32,6% del totale dei soggetti di età inferiore ai 60 anni. Il diabete è, inoltre, responsabile di circa il 60% delle amputazioni non traumatiche della gamba, intervento che si rende necessario nell’85% dei casi di eventi ulcerativi infettivi del piede (cosiddetto piede diabetico).
Queste statistiche sono destinate a un progressivo peggioramento: secondo gli esperti, infatti, il numero di adulti con diabete subirà un aumento fino a raggiungere una quota di oltre 642 milioni nel 2030 e 783 milioni nel 2045.
Si tratta di dati allarmanti che sottolineano l’importanza, per i pazienti affetti da questa condizione, di ricevere delle cure adeguate, ma soprattutto la necessità di lavorare a livello preventivo per scongiurare lo sviluppo della patologia.
Esiste una condizione che rappresenta un potenziale allarme di insorgenza di diabete mellito di tipo 2 in cui l’intervento tempestivo in termini di prevenzione diventa fondamentale: il prediabete.
Per prediabete si intende una condizione in cui i livelli di glucosio nel sangue (glicemia) sono più elevati del normale, ma non abbastanza elevati da portare a una diagnosi di diabete di tipo 2. Più nello specifico, si tratta di uno stadio di anomalia dell’omeostasi del glucosio, caratterizzato dalla presenza di alterata glicemia a digiuno (IFG – impaired fasting glucose), alterata tolleranza al glucosio (IGT – impaired glucose tolerance) o di entrambi. Nel primo caso si tratta di una situazione in cui il paziente presenta valori di glicemia alti nel sangue a digiuno. Ma quando la glicemia è considerata alta? I medici considerano una condizione di glicemia normale in presenza di valori di glucosio nel sangue uguali o inferiori a 99 mg/dl, in condizioni di prediabete i valori sono compresi fra 100 e 125 mg/dl, mentre sopra i 126 mg/dl si parla di diabete.
Si è in presenza di alterata tolleranza al glucosio invece quando il dosaggio di glicemia dopo due ore dall’assunzione del glucosio (75 gr) risulta uguale a valori compresi fra 140 e 199 mg/dl.
Le cause di una glicemia alta che possono quindi portare allo sviluppo della patologia e delle suddette problematiche possono essere diverse. Il diabete di tipo 2 può svilupparsi negli anni e, nella maggior parte delle persone che ne sono affette, sussiste una familiarità. Tuttavia una condizione di sovrappeso, una scorretta alimentazione e lo scarso svolgimento di attività fisica sono cause che concorrono all’innalzamento dei livelli di glucosio nel sangue.
Ecco perché per molti diabetici di tipo 2 allo stadio iniziale della malattia, è sufficiente un adeguamento dello stile di vita per addirittura evitare o almeno ridurre la somministrazione di farmaci o insulina. Lo scopo è quello di migliorare la capacità delle cellule di assorbire il glucosio e questo è possibile attraverso una correzione dell’alimentazione, perdendo peso laddove necessario, praticando attività fisica, attraverso l’autocontrollo della glicemia e smettendo di fumare.
Tuttavia, spesso, in una fase di prediabete i pazienti possono necessitare di un supporto nel percorso di inversione della progressione della malattia: questo aiuto può essere rappresentato da un prodotto nutraceutico.
L’aumento dell’incidenza di pazienti diabetici in tutto il mondo ha portato a un’importante crescita a livello globale del mercato dei farmaci e delle terapie mirate a diabete e prediabete. Questo ha generato molte opportunità per tutti i prodotti in grado di fornire reali benefici nel mantenimento di livelli sani di glucosio nel sangue. È questo il caso di Reglicem®: un innovativo prodotto nutraceutico sviluppato da Biofarma Group, in grado di ridurre i valori IFG (alterata glicemia a digiuno) e IGT (alterata tolleranza al glucosio) nei pazienti che si trovano in condizioni di prediabete. Questi effetti sono resi possibili grazie all’azione di curcuma (Curcuma longa), crespino (Berberis vulgaris), banaba (Lagerstroemia speciosa), inositolo e cromo, la cui efficacia è dimostrata e supportata da evidenze scientifiche.
È stato provato infatti che l’estratto di curcumina, il principale costituente della Curcuma longa, è in grado di ritardare lo sviluppo del diabete mellito di tipo 2, migliorare le funzioni delle cellule B, prevenirne la morte e ridurre la resistenza all’insulina.
La pianta del crespino, e in particolare l’estratto di berberina da essa derivante, ha mostrato un effetto positivo sulla regolazione del glucosio nel sangue, che potrebbe essere causato dall’attivazione degli enzimi del metabolismo dei carboidrati.
Numerosi studi hanno osservato inoltre che la pianta banaba presenta proprietà benefiche per diversi fattori coinvolti nella regolazione del glucosio e nel suo metabolismo tra cui: l’aumento dell’assorbimento cellulare del glucosio, il miglioramento della sensibilità all’insulina, la diminuzione della gluconeogenesi e l’inibizione dell’idrolisi intestinale del saccarosio, abbassando così i livelli di glucosio nel sangue.
A un’integrazione di inositolo è invece stata associata una significativa riduzione dei livelli di glucosio e di emoglobina glicata, oltre a un aumento della sensibilità all’insulina e una riduzione della pressione arteriosa e dei livelli di lipidi nel sangue.
Infine, il cromo è stato inserito in quanto numerose evidenze scientifiche ne hanno associato una carenza a una maggiore prevalenza di diabete di tipo 2, oltre ad aver riscontrato una capacità della componente di ripristinare l’equilibrio degli zuccheri nel sangue dei soggetti diabetici.
La forza di queste cinque componenti attive forma un prodotto nutraceutico la cui efficacia è stata confermata da un trial clinico randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo e oggetto di pubblicazione sulla rivista scientifica “Diabetes, Metabolic Syndrome and Obesity”, dedicata alle più recenti scoperte cliniche e di laboratorio, che portano a stabilire nuovi paradigmi nella diagnosi, nel trattamento o nella prevenzione del diabete.
Attraverso il trial sono stati indagati gli effetti del prodotto su un campione composto da 148 pazienti con alterata glicemia a digiuno o alterata tolleranza al glucosio, a cui è stato richiesto di assumere una compressa al giorno (durante la colazione), per tre mesi.
I risultati hanno mostrato che l’azione combinata delle cinque sostanze ha un effetto sinergico sui meccanismi d’azione dell’insulina a livello recettoriale, migliorando la sensibilità all’insulina e facilitando l’assorbimento del glucosio, sia a digiuno che nella fase postprandiale, con conseguente miglioramento dei parametri legati alla glicemia, come l’emoglobina, l’insulino-resistenza e anche il colesterolo.
L’uso di queste sostanze è in grado di ridurre significativamente la glicemia nei soggetti prediabetici con IFG e IGT e sul metabolismo glicolipidico sfruttando diversi meccanismi d’azione in un’unica somministrazione: non solo si verifica una regressione, ma una percentuale significativa di soggetti torna a valori normali di glucosio, uscendo dall’area di rischio.
È importante sottolineare che, ad oggi, nessun farmaco è stato specificamente approvato per l’utilizzo nei casi di prediabete e/o nella prevenzione del diabete di tipo 2. Per le caratteristiche di questa condizione, la terapia farmacologica raccomandata ne prevede l’assunzione per tutta la vita. Per questo motivo si cercano modelli di approccio più naturali possibile, che rappresentino una valida alternativa, e Reglicem® è uno di questi: una compressa monostrato da assumere una volta al giorno che potrebbe rappresentare un valido aiuto per tutte le persone a rischio di diabete.
A cura di:
Arianna Vanelli: R&D Manager
Stefania Murzilli: Scientific Specialist
Ascensia Diabetes Care Switzerland “Diabete di tipo 2 Cosa succede nel mio corpo?”
Derosa G., D’Angelo A., Vanelli A., Maffioli P., “An Evaluation of a Nutraceutical with Berberine, Curcumin, Inositol, Banaba and Chromium, Picolinate in Patients with Fasting Dysglycemia”, Diabetes, Metabolic Syndrome and Obesity: Targets and Therapy 2020
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