Il ventunesimo secolo è stato segnato da un profondo cambiamento per quanto riguarda l’età media della popolazione: il sensibile incremento delle aspettative di vita ha infatti portato a un aumento dell’incidenza del numero dei soggetti anziani.
A tal proposito le Nazioni Unite prevedono che entro il 2050 la popolazione mondiale conterà più di 9,7 miliardi di individui, di cui 2,1 miliardi avranno già raggiunto un’età superiore ai sessant’anni.
Una conseguenza diretta di questo fenomeno è l’aumento dell’incidenza delle patologie croniche che colpiscono le fasce di età più avanzate. Lo sa bene Biofarma Group, che dedica parte della sua offerta – e quindi dell’attività svolta dai suoi laboratori di ricerca e sviluppo – alla tematica del “well ageing”, o meglio allo sviluppo di una serie di soluzioni nutraceutiche in grado supportare i soggetti “senior” nel contrastare alcune delle principali patologie che li affliggono. Fra queste, emerge sempre di più una malattia che mette a dura prova la salute e le condizioni di vita di chi ne soffre: l’osteoporosi.
Nonostante la sua ampia diffusione, è ancora poca la consapevolezza che le persone hanno riguardo a questa malattia delle ossa; è quindi opportuno iniziare indicando con precisione cos’è l’osteoporosi e riportando alcuni dati a riguardo. Si tratta di una patologia che colpisce l’apparato scheletrico, caratterizzata dalla presenza di una bassa densità minerale e dal deterioramento del tessuto osseo, con conseguente aumento della sua fragilità.
Il nostro scheletro è un tessuto vivente attivo: la sua dimensione e la quantità di osso in esso contenuto cambiano significativamente nell’arco di tutta la vita. Il picco di massa ossea è raggiunto sia per i maschi sia per le femmine intorno ai 25 anni. Successivamente, con la vecchiaia, per gli uomini si verifica un declino graduale, mentre per le donne tale processo di perdita ossea si velocizza dopo la menopausa.
Le cause dell’osteoporosi possono essere diverse: alcune di queste non sono modificabili, come la familiarità, mentre altre possono essere evitate o limitate nei loro effetti. I principali fattori di rischio non modificabili sono rappresentati dall’età e dal genere: negli Stati Uniti, tra i 10,2 milioni di adulti con osteoporosi, più dell’80% sono donne. Inoltre, come già indicato, esiste una chiara correlazione tra la prevalenza dell’osteoporosi e l’aumento dell’età. Oltre a queste possibili cause, una condizione di sottopeso, il manifestarsi di una menopausa precoce o l’utilizzo di determinati farmaci possono aumentare le possibilità di sviluppare la patologia. Infine, uno scorretto stile di vita in termini di attività fisica e alimentazione costituisce un importante fattore di rischio. Nello specifico, gli elementi chiave di una dieta sana per la salute delle ossa sono: calcio, vitamina D, proteine, zinco e potassio. Studi in merito hanno osservato infatti i benefici di un’integrazione in particolare di calcio e vitamina D soprattutto in soggetti che presentano un’elevata possibilità di insufficienza e in coloro che sono sottoposti a una terapia per l’osteoporosi.
I sintomi di questa patologia possono essere diversi, ma vengono percepiti solo in un secondo momento. Infatti, negli stadi iniziali la malattia non manifesta particolari segnali; mentre, quando è in fase avanzata, si possono verificare mal di schiena, abbassamento progressivo dell’altezza e postura incurvata, fratture di vertebre, ma anche femore, polso o altre ossa del corpo.
L’osteoporosi è una condizione molto comune: tra la popolazione di età superiore ai 50 anni, una donna su tre e un uomo su cinque sono destinati a subire una frattura da fragilità. È stato calcolato che nel 1990 si siano verificate 1,3 milioni di fratture femorali in tutto il mondo e la prevalenza di soggetti con rottura di femore che vivevano con disabilità era di circa 4,5 milioni. Le stime successive hanno indicato che entro il 2010 l’incidenza globale di fratture femorali sia aumentata a 2,7 milioni di casi all’anno. La stima più recente della prevalenza di qualsiasi frattura da fragilità, definita come il numero di persone con disabilità, risale all’anno 2000 e contava 56 milioni di casi in tutto il mondo.
Dai dati appena riportati, emerge come si tratti di una patologia in continuo aumento e questo rende più che mai evidente l’urgenza di un intervento a sostegno di chi ne soffre. È sulla base di queste evidenze e degli studi a riguardo presenti in letteratura che Biofarma Group ha lavorato al fine di creare formulazioni nutraceutiche in grado di prevenire e contrastare le conseguenze della malattia dando vita a due innovativi prodotti: T-Win Osteoporosis ed Hemp Osteo Aid.
I dati sull’osteoporosi parlano chiaro: la patologia colpisce maggiormente le donne e si manifesta principalmente con il raggiungimento della menopausa.
Partendo da questa consapevolezza i laboratori di ricerca e sviluppo di Biofarma Group hanno creato T-win Osteoporosis, una formulazione che basa la sua efficacia sull’effetto sinergico delle più importanti componenti per la salute delle ossa: calcio e vitamine D e K.
L’integrazione di questi elementi per contrastare l’osteoporosi rappresenta sempre più spesso una strategia di gestione della patologia di prima linea, che può prevedere sia la sua assunzione singola che il consumo a supporto di altre terapie.
Studi a riguardo hanno infatti dimostrato che l’assunzione congiunta di calcio e vitamina D per l’osteoporosi è associata a miglioramenti significativi della funzione muscolo-scheletrica, come la forza dei muscoli flessori ed estensori del ginocchio e la forza di presa in donne anziane, dopo soli 3 mesi di assunzione, con una riduzione del rischio di caduta del 49%. È stato inoltre osservato che la combinazione degli elementi è in grado di ridurre del 9% circa l’oscillazione del corpo, uno dei principali fattori di rischio di caduta.
Alcuni trial clinici su larga scala hanno inoltre riscontrato effetti positivi dell’integrazione di calcio e vitamina D anche sulle fratture. Ad esempio, uno studio condotto su donne anziane con gravi carenze di queste componenti ha osservato un’associazione fra una loro integrazione e una diminuzione del rischio di fratture dell’anca e di tutte le fratture non vertebrali rispettivamente del 43% e del 32%.
Infine, risultati analoghi sono stati riscontrati dall’osservazione dei benefici derivanti dall’integrazione della vitamina K: infatti, numerosi studi hanno dimostrato che un basso apporto di vitamina k nella dieta è associato a una bassa densità minerale ossea o a un aumento della possibilità di fratture.
Grazie alla tecnologia della T-win è stato quindi possibile creare una soluzione effervescente che, attraverso l’azione congiunta dei suoi attivi, è in grado di supportare le donne in menopausa contrastando stanchezza e affaticamento e mantenendo la salute di ossa e muscoli al fine di alleviare gli effetti dell’osteoporosi.
Come già evidenziato, l’osteoporosi è una delle principali patologie che affliggono i soggetti anziani. Sebbene la prevalenza dei pazienti che presentano la malattia sia rappresentata da donne, anche gli uomini vengono colpiti e sono quindi costretti ad affrontare sintomi e conseguenze che ne derivano. Ecco perché Biofarma Group ha elaborato anche una formulazione indirizzata a tutti i soggetti adulti, in grado di agire a livello di prevenzione, attraverso la promozione del benessere delle articolazioni e il contrasto della degenerazione del tessuto osseo: parliamo di Hemp Osteo Aid.
Gli importanti benefici forniti dall’innovativa formula sono da attribuire alle numerose componenti in grado di giocare un ruolo decisivo nella prevenzione della patologia. Oltre a calcio e vitamine D e K, i cui benefici sono stati descritti in precedenza, il nutraceutico sfrutta gli effetti di bromelina, glucosamina, ExceptionHYAL® Jump e l’olio di cannabis sativa.
La bromelina, un estratto della pianta dell’ananas, ha proprietà antinfiammatorie e analgesiche oggetto di numerosi studi clinici condotti negli ultimi anni. Nello specifico, una serie di trial, che ne ha osservato gli effetti sulle articolazioni delle ginocchia, ha evidenziato un’efficacia paragonabile ai trattamenti standard normalmente applicati per il benessere di questa articolazione.
La glucosamina è una sostanza naturale presente nell’organismo umano ed è formata dalla combinazione di glucosio e glutamina. Si trova principalmente nella cartilagine e gioca un ruolo fondamentale nella sua salute e nella sua resistenza. Gli effetti generati da una sua integrazione sono stati osservati da numerosi trial clinici: uno in particolare, condotto su un campione di individui che soffrivano regolarmente di dolore al ginocchio causato da precedenti lesioni della cartilagine e/o dall’osteoartrite, ne ha dimostrato le capacità di fornire un certo grado di sollievo dal dolore e di miglioramento della funzionalità dell’articolazione.
ExceptionHYAL® Jump è invece un ingrediente biotecnologico in grado di inibire i processi infiammatori, migliorare la lubrificazione e la fluidità delle articolazioni, attraverso l’induzione della sintesi di acido ialuronico. Tali funzioni sono state testate e confermate dapprima attraverso test in vitro e in seguito attraverso un trial clinico randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, condotto su 60 soggetti affetti da osteoartrite del ginocchio.
Infine, la formulazione presenta un innovativo utilizzo dell’olio derivato dalla cannabis sativa, importante in quanto è in grado di contribuire al normale funzionamento delle articolazioni. Infatti, l’olio di canapa presenta un perfetto equilibrio tra omega 3 e omega 6. Grazie all’apporto di tali principi attivi viene impiegato nel trattamento di disturbi cutanei, delle affezioni dolorose e dei processi infiammatori.
Hemp Osteo Aid si presenta quindi come un prodotto nutraceutico all’avanguardia che utilizza la forma galenica della compressa monostrato: un alleato quotidiano per la prevenzione del deterioramento del tessuto osseo e, quindi, per la prevenzione dell’osteoporosi.
A cura di:
Antonella Venuti: R&D Manager
Valentina Milite: R&D Food Supplement
C. Cooper, S. Ferrari, “Compendio IOF sull’osteoporosi”, International Osteoporosis Foundation, 2017.
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